mercoledì 4 maggio 2011

A pié pari nella pozza

Caldo. Troppo per essere primavera.
Tom quella sera lasciò nel suo zaino la felpa, inutile coprirsi.
Poi, la notte, la tempesta.
Poi, la mattina, le nubi.
Raggi di sole.
E un lampo lacera il sereno nel susseguirsi di grigi minacciosi.
Fermo battito, respiro. Occhi tondi, fissi nel perduto.
Tom osserva le strade fradice di pioggia che riflettono il cielo.
Un desiderio bambino gli dona il primo attimo di leggerezza.
Un desiderio che avvera.

La chiamano regressione, io la chiamo piacevole fuga.
Unica certezza: Tom deve mettere ad asciugare le scarpe.

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