martedì 1 febbraio 2011

Sedili retrovisori

Era assorto nei suoi pensieri, tra i free entry che non ha sfruttato e il suo singolare periodo caotico.
Poi la corriera si fermò davanti a lui ma, come spesso succede, l'entrata del veicolo è sempre a qualche metro di distanza da dove il passeggero attende l'automotore.
Entrato obliterò il biglietto come di consuetudine, non avendo più l'abbonamento annuale usato nei periodo nei quali i viaggi in autobus erano assai più frequenti. Come al solito si siede dove trova spazio, ritrovandosi in uno dei sedili con lo schienale rivolto verso la coda del mezzo di trasporto. Iniziò a chiedersi perché gli capitava così spesso di dare le spalle all'autista. Sembrava quasi fosse una scelta...

Essere ancorati al passato, vedere la strada che stiamo percorrendo, notando i particolari quando già li stiamo lasciando, allontanandoci. Uno sguardo dedicato solo alla perdita e alla sfuggevolezza degli eventi che forse mai più torneranno. E' per questo che Eddy si siede sempre in quei sedili: è nostaglico. Ma c'è anche un'altra possibilità, ossia che abbia timore di vedere cosa gli aspetta, timore di affrontare il suo cammino, il suo percorso, la sua vita con coscienza, a testa alta, assecondando le proprie paure.

Eddy si svegliò. La sonnolenza lo aveva assalito.
Aveva perso la sua fermata, e dovette scendere a quella successiva per tornare indietro.
Tornare indietro.
Ancora una volta.